giovedì 26 settembre 2013

I FUMETTI, I FUMETTISTI...ED IO!

Con Sergio nel cuore

 Presa del caos e ridente come non mai, mi accosto agli stand dei gadget nell’intento di scegliere cosa regalarmi, cosa davvero valga la pena acquistare e quale sia il modo migliore di non perdermi niente. Invano, perché ogni portachiave acquista un aura di magia, voglio tutto e al contempo niente. Giro imperterrita da uno stand all’altro, senza obbiettivi, senza strategia. E il Lucca Comics con i suoi colori e i suoi toni di grigio svanisce nella mia mente perché mi ci accosto con troppa frenesia. E l’essenziale si perde.

 Devo perciò ringraziare Enrico, tuttora  il mio più grande amico e con cui ho condiviso cinque anni della mia vita fondamentali per la mia crescita se, per un momento, in quella fiera, allo stand Bonelli mi sono fermata. Mi ha bloccato lui, smilzo com’è, perché sapeva che non potevo perdermi un momento così importante. Certe volte è proprio vero che è inutile saltare da un posto all’altro, basta godersi un bel tramonto immobili e in silenzio e tutto si sistema. Quel giorno io mi fermai e vidi per l’unica volta che mi è stato concesso Sergio Bonelli.

 E’ andata proprio così: sono stata afferrata per il polso e mi è stato detto: “guarda Ila. Lo so che vuoi girare tutta la fiera e c’è poco tempo,  ma credo proprio che siamo di fronte a Sergio Bonelli…”. Ed era così. Curiosi e intimiditi lo abbiamo osservato a distanza, un elegante signore bonario e sorridente (lo era?) tra altri cinque o sei signori composti. E l’emozione delle prime volte si è subito impossessata di noi e, come bambini, ci siamo guardati sorridenti ed eccitati. Uno dei nostri momenti, dove eravamo una sola cosa, un solo pensiero espresso da due corpi, uno in due.
 Fu l’unica volta che vidi Sergio Bonelli in carne ossa, ma non l’ultima in cui lo rividi negli occhi degli altri. E continua ancora oggi a insinuarsi in me il suo ricordo quanto vedo la sua persona negli occhi di chi ci ha collaborato per anni. E ancora di più, però, quanto mio zio, il mio zio di Tex, mi parla di lui con la gioia del bambino che era, con la massima stima, quasi come fosse una figura paterna. Figlio di suo padre, ma creatosi da solo, sceneggiatore brillante e uomo senza macchia. Questo so di lui da mio zio. Che non l’ha mia conosciuto, ma che lo rivede in Tex, Zagor e Mister No. E io ci voglio credere. Perché i fumetti a volte raccontano gli uomini meglio della realtà stessa. E l’amore di chi ha collezionato una vita gli albi Bonelli è davvero qualcosa di magico.

martedì 24 settembre 2013

COSE MIE SERIE (!)

Continuo a scrivere per Italian Post!

Ho approfittato dell'uscita di Orfani 0 per parlare un poco della nuova miniserie Bonelli.

Il mio articolo è QUI e sotto ci trovate una bella intervista al disegnatore Werther Dell'edera.

Amici miei, che di fumetti sapete poco o nulla, se volete saperne di più sulla serie vi lascio i seguenti link:

Per scaricare Orfani 0 e farvi un'idea di quello che vi aspetta..


Stay tunned!!!!

*Presto nuovi racconti per voi!*

giovedì 19 settembre 2013

COSE MIE SERIE (?)

Questa è la mia vita

Vivo la mia vita giorno per giorno.

Quando pare vada letteralmente in merda ecco che succedono le cose più speciali.

Conosco persone divertenti, ma soprattutto intelligenti.

Mi trovo trasecolata di fronte a nuove folli esperienze.

Rido pazzamente. Per tutto.

Non prendo in giro nessuno.

La gabbia che mi circonda si è aperta senza che me ne sia accorta (non pensate male!).

Oggi. 

Nuovo giorno.

E ancora più brio, attenzione per i particolari e felicità.

martedì 17 settembre 2013

Racconti(di)MI

Il trasloco, le colonne sonore e i mojito di troppo

Rivedersi con Stefano dopo il viaggio a Roma è strano e allo stesso tempo meraviglioso. Siamo come fratello e sorella ormai, se non fosse che oltre essere una persona su cui contare, rimane il mio lifestylist numero uno; quindi se vi sembro un pelo più elegante è merito suo.

A ‘casa dolce casa’ (vi spiegherò anche questa prima o poi) ci sono i lavori in bagno e devo per forza arrangiarmi da un amico che, gentilmente, mi ha concesso ospitalità. Parto dalla mattina con l’idea di studiare in biblioteca e iniziare il trasloco. Decido di entrare in casa  e prendere l’essenziale per poter sopravvivere i giorni seguenti in un appartamento che non è il mio. Ma una donna, quando ha di queste problematiche, pecca di superficialità. Non mi resta perciò che portarmi le mie cinque buste di tela con dentro ‘l’essenziale secondo Ilaria’ per tutta Milano, dalla mattina alla sera, visto che è in programma un aperitivo da strafogo e non posso appoggiare i miei bagagli da nessuno.

Incontro Stefano, andiamo a Wagner e ci sediamo in un localino niente male. Voglio fare la figa e ordino un mojito, conscia dei danni che il cocktail può causare alla mia sanità mentale. Mangiamo come i rospi. Meno male, così l’alcool che mi scorre nelle vene non avrà un effetto devastante e non farò figuracce!

Sbagliato! Evidentemente il poco rhum di cui è annaffiato il bicchierone ha un effetto più tragico del previsto per i miei neuroni. E allora inizia la devastante storia di ‘Ilaria e i motivetti di Williams’, che secondo me avrà avuto il singhiozzo quella sera. Premessa: amo le soundtrack dei film, non posso farne a meno, spesso sono la colonna sonora delle mie giornate. Ma nascondo un tragico segreto: non riesco a memorizzarne una! Ora, sotto i fumi dell’alcool, ridendo e scherzando, racconto a Stefano della mia debolezza.

<<Ste tu lo sai che amo il cinema e Indiana Jones, Superman e soprattutto Star Wars sono per me dei capolavori. Ma ho dei problemi con i loro main theme che sono conosciutissime, ma io li confondo sempre o non me li ricordo>> dico. Ottengo in risposta: <<Ila non so di cosa tu stia parlando>>. Gli spiego a parole mie: <<Le canzoncine dei film! I temi musicali. Cavoli Ste! Williams lo conoscono tutti! Comunque non me ne ricordo una o le sbaglio! Tipo quella di Superman alla fine la faccio diventare la sigla di Hercules, il telefilm di Sam Raimi, quella di Star Wars…Cazzo, non mi ricordo!>>. Non mi ritorna in mente: è lì, bloccata, nascosta nei meandri del mio cervello ma i neuroni non aiutano. E allora parto con l’unica e l’indimenticabile soundtrack, quella che non si scorda mai: il tema di Darth Vader. E inizio: <<Ta-ta-ta-ta-ta-ta.ta-ta-ta….>>.

Ricapitoliamo: sono vestita come una stracciona, ho addosso cinque borse di tela piene zeppe di libri e di utensili di ogni tipo e canticchio a voce sguaiata il tema di Star Wars. Stefano mi guarda allibito così come i passanti, sono in una zona residenziale frequentata da borghesucci e snob e sembro davvero una barbona folle ai loro occhi. <<Ila non so se ti rendi conto…ma ti manca il carrello e la radiolina e pari una delle pazze in giro per Centrale>>. Io me ne frego e rido, rido e rido, mugugnando strane cose: dovrebbero essere colonne sonore, però non lo sono, perché, ve l’ho detto, faccio pena!

Spero di aver sconvolto qualche buon milanese doc quella sera, che io sconvolta lo sono già da sola e un mojito non può che peggiorare le cose (ma di poco, non vi credete!). Milano ha un grosso difetto: molte volte si prende troppo sul serio, io cerco di plasmarla un po’ con le mie folli e travolgenti stupidate. Spero nel mio piccolo di renderla un posto migliore. O forse, per renderla un posto migliore, dovrei sforzarmi di più e imparare definitivamente a fare il verso di Chewbacca, che quello sì sconvolgerebbe la anime buone della Milano per bene! Ma, conoscendomi, le imitazioni non sono il mio forte e genererei solo  un’ immensa nerd-ilarità su di me, come sempre e più di prima.


Non riesco neanche a scriverlo nel blog, il verso di Chew. Che io si maledetta!

lunedì 16 settembre 2013

VACANZE ROMANE

La mie tette, la mia Milano e la mia Roma

Da Conca D’Oro sono arrivata al Circo Massimo con  la metro. Stefano mi aspetta lì, pronto a farmi da guida per la mia prima passeggiata in città. Lo vedo e non capisco più niente. Quanti giorni sono passati? Sette? Otto? Già mi mancava! E quanto mi mancava! Presa dall’entusiasmo gli corro incontro urlando. Lui strabuzza gli occhi e cerca di contenermi: <<Ila…Ila…Smettila di correre!>>. Mi fermo, inclino la testa e faccio la mia classica facciotta da bambina curiosa. Lui riprende: <<Ma hai idea di che effetto facciano le tue tette quando corri! Sono esagerate!>>. Ride. Rido. Siamo di nuovo insieme. Una coppia non coppia che più coppia di così non si può. Stanlio e Ollio e Bud Spencer e Terence Hill ci fanno una pippa!

Camminiamo, camminiamo, camminiamo! Tra la Roma vecchia e la Roma nuova. Ci sediamo sul Lungotevere come due barboni e parliamo di Milano. Di quanto sia bella, ma concentrata e chiusa su sé stessa. Si infila nel tuo cuore, si fa piccola piccola e poi butta via la chiave. Roma no. E’ diversa, grande, aperta. Allarga il mio cuore per poterci entrare dentro. Mi invita ad espormi, ad essere me stessa, mi sussurra che va tutto bene. Mi fa sentire serena, viva, totalmente felice. Invoca l’amore passionale e spensierato e la positività più totale. Ti fa sentire unica e, allo stesso tempo, sua parte integrante. All’opposto Milano che, molto più spesso di quanto si possa pensare, divide ed emargina.

Insomma solita storia. Milano e Roma. Roma e Milano. Due città splendide e vive. Due realtà e due stili di vita in antitesi. Dentro di loro mi sento a casa.

Trastevere e i suoi localini. I fori, i loro contorni e i loro chiaroscuri notturni. E noi, lì! Ad osservare, a meravigliarci ancora e ancora. Del chiarore del bianco…Del rosso bruno del mattone…


A domani Roma. Sono già tua!

domenica 15 settembre 2013

Racconti(di)MI

Quando a Milano si gioca Inter-Juve e io, ignara, rischio il linciaggio

Sono in metro con un amico, in procinto di andare in Duomo per goderci l’ultimo scampolo della serata, passata a strafogarci di cibo. Noi amanti dell’happy hour, senza classe, infatti, intaschiamo tutto l’intascabile per far sì che quegli otto euro siano ben spesi! Vi prometto che dei miei aperitivi milanesi e relative gag annesse vi riparlerò a breve, ma torniamo a concentrarci sulla metro e sulla sconcertante sicurezza di essere circondati. Io, lui e gli interisti! Ragazzi, ragazze e bambini, tutti con maglie e sciarponi neroazzurri, tutti avviliti. Ma tristi forti, senza un goccio di entusiasmo nelle vene. Rido e scherzo:  <<Deve essere andata male. Guarda che facce!>>. Il mio amico di rimando: <<Direi proprio di sì!>>. E continuo: <<Chissà contro chi si scontravano. Pensavo che oggi il Milan giocasse con il Torino in casa. Evidentemente mi sbagliavo>>.

Parlo piano, non sia mai che i miei discorsi li irritino, tutti quanti. Che tifoso puoi trovare nella mia Milano? Di qualsiasi genere. Quindi meglio stare zitti! Non è il caso di tirar troppo la corda….Ricordate che sono una persona contraddittoria con me stessa in tutto per tutto? Bene! Dopo aver saggiamente pensato di tacere, invece, esclamo ad alta voce: <<Ma possono fare il muso quanto vogliono. Chissené ! Tanto IO SONO MILANISTA!>>.

Sguardi funebri e gelide occhiate mi trafiggono. Come lupi mannari non vogliono altro che farmi a pezzi e banchettare col mio sangue. Mi uccidono con gli occhi...

Solo con gli occhi per fortuna. Nessuno si alza. Io mi copro la faccia: sono una vera masochista, me le invento tutte pur di rischiare le botte! Il mio amico ride: <<Adesso ci manca solo che mi metta a gridare pure io il mio cognome e la squadra per cui tifo!>>.  Ma essere juventino, portare il cognome di un arbitro noto ed essere egli stesso un ex arbitro sono caratteristiche davvero davvero troppo eclatanti. Urlarle a Milano non si può!

Usciamo e siamo salvi!

Poi torno a casa (anche in tram i tifosi mi accerchiano) e scopro che l’Inter ha pareggiato 1-1 con  la Juve. Ma cosa erano quelle facce turpi? Di che si disperavano? Mica hanno perso! Manco vinto, ma l’Internazionale non stava giocando di certo contro una squadretta! Interisti su con la vita! Che al massimo  ci penso io ogni giorno a rallegrarvela con leggendarie trovate e mirabolanti uscite fuori luogo. Che poi divento un capro espiatorio e mi menate di mazzate. E forse, per una volta, anche a ragione.


*Un caloroso grazie a chi era con me stasera. Non sono una persona saggia, non sono una persona stabile e non sono una persona facile, ma, nonostante tutto, mi circondo sempre di gente in gamba. La vita è strana; chissà se, oltre ad un linciaggio fatto come si deve, mi concederà altri incontri.*

sabato 14 settembre 2013

ABOUT MUSIC

Pamela Des Barres

Buon compleanno in ritardo Pamela.
Donna dai facili costumi e dai pochi rimorsi.
Che nella vita ne ha fatte davvero di tutti i colori.
Partecipare era la sua parola d’ordine. 
Ma alla fine diventava sempre lei la protagonista.
Donna che si è inventata e continuamente ricreata da sé.
Colei che ha cercato e cerca costantemente l’amore nell’ambiente che ama.
Che raccoglie sul posto i frutti culturali che il rock ci ha lasciato.
Lei, aperta, vivace e felice della sua condizione.
Lei, pioniera della libertà sessuale e femminista.
Lei che non si è mai permessa di non essere sincera con sé stessa.
Ha amato il rock e gli uomini che ne hanno prodotto, a suon di strumenti, la storia. 
L’ha fatto con ardore.
Ha amato se stessa, con estrema semplicità, mostrandosi per la splendida donna che era. 
E che è.
Ha vissuto ogni secondo della sua vita.
 E anche ogni millisecondo.
 A Pieno.
Amo questa donna.

*Sarà il caso di iniziare a prenderla ad esempio, ad amare me stessa come ha fatto lei per tutta la sua vita.*


A chi interessa il mio articolo su Sto con la band, primo libro autobiografico della Des Barres è QUA!. Lo consiglio a tutti gli amanti del rock. Pamela è una che ci è vissuta dentro. 

venerdì 13 settembre 2013

IL FUMETTO SECONDO LE MIE COINQUILINE

Ecco cosa hanno in comune le zanzare e Zerocalcare oltre all’iniziale

Siamo in piena battuta di caccia, Kraven ci fa una pippa. Le zanzare sono terribilmente numerose e noi, o almeno la mia coinquilina, le sta sterminando a colpi di applausi. Io invece continuo a menare le mani, ma sembro una brutta brutta copia di Rocky che colpisce aria al posto delle maledette killer! Ho poi la strana tendenza a catturare le zanzare all’interno di una sola mano, senza riuscire (sia chiaro per mia incapacità fisica) ad ucciderle. Ma ovviamente “Miss Riflesso Pronto” che, ahimè, devo ammetterlo, ci ha già liberato da numerosi insetti inopportuni, è già pronta a sfottermi. 

Mi punzecchia: <<Ila stai tentando di fare amicizia con le zanzare? Guarda che stasera le ospiti tu nel tuo letto!>>. Non posso far altro che biascicare: <<Oramai mi ci sono affezionata...>>. Ma subito mi blocca, pronta a lanciare l’ennesima perla: <<Ila ZERO RIFLESSI! Altro che ZEROCALCARE!>>. Mi ha sentito tutto il giorno correggere la bozza sulla mostra al Wow, gli deve pur essere entrato qualcosa in quella sua testolina!

Poi continua le sue riflessioni: <<Ma comunque non è normale. Mi ricorda la pubblicità dell’anticalcare. Si potrà? Perché si chiama così?>>. Le dico: <<BEH! MAGARI PROPRIO PER VIA DELLA PUBBLICITA’, NO?>>.Lei sorpresa è più interessata del solito, mi ascolta curiosa. E, per un attimo, penso a quanto per me sia straordinariamente simile a Blanka.
Il mio articolo sull’intervento di Zerocalcare al Wow (Museo del Fumetto di Milano) lo trovate QUA.


giovedì 12 settembre 2013

VACANZE ROMANE

In treno

Sono in viaggio verso Roma. Mi sono dovuta svegliare all’alba per partire da Pesaro con la Frecciabianca. Anzi, prima dell’alba visto che il sole è sorto dal mare mentre ero in viaggio tra Fano e Pesaro.

Primo step: raggiungere la città del Rossini. Sono seduta sul mio bagaglio davanti all’uscita; devo scendere a breve, così evito di trascinarmi la valigia dentro uno scompartimento e attendo. Si apre la porta, entra il controllore e mi chiede il biglietto. Che palle! Sto giusto giusto giungendo alla mia prima meta. Glielo porgo e gli dico: <<Ora devo scendere>> e sorrido smagliante. Voglio essere a Roma, ora! Lui mi risponde allegro: <<Anche io!>>. E’ un uomo dell’età di mio padre, gioviale ed estroverso, come tutti noi marchigiani-romagnoli. E’ gentile, mi chiede che sto facendo e dove sto andando e mi da indicazioni sul meteo romano. Pare sia davvero caldo dall’altro lato dell’Italia. Il treno si ferma, gli auguro buon lavoro e scendo. Non so se  sono io con il mio charme che incanta o se ho beccato l’unico addetto Trenitalia simpatico ma già sono di buon umore.

In stazione tutti mi guardano un po’ troppo le tette! Grrrrrr. Ma in fondo va bene, mi piace così. Se uno non sfodera le sue armi che ce le ha a fare. Prendo con inspiegabile tranquillità e senza troppi imprevisti il Pesaro-Roma. Mi sento fortunata. Mi sento viva. Nuovo inizio.

Da brava geologa che si rispetti vedo una roccia in esposizione (in affioramento direi ai colleghi) e già distolgo l’attenzione. Il biancore dei calcari marnosi mi attrae, vorrei essere là sopra a constatare tutto quello che posso con le mie mani, come ai bei tempi. Schizzo una piega e rido. E’ folle il mio amore per la geologia. Ilaria e il ritorno alle scaglie!

Disegno la gente che dorme dopo aver sonnecchiato un bel po’ anche io. Ma non è che sia così ispirata e poi, lo ammetto, non riesco proprio a disegnare il grasso da decubito.


Sto ad un passo dalla città che sarà tutta mia per dieci giorni. Non vedo l’ora.

martedì 10 settembre 2013

COSE MIE...SERIE (!)

RECENSIONE DI MOOD INDIGO

Ho visto Mood Indigo di Michel Gondry in anteprima un mesetto fa.

Il film è tratto da La schiuma dei giorni, romanzo di Boris Vian.

La mia recensione nel sito di Italian Post la trovate QUA.

Un consiglio spassionato: leggete Vian che merita!


domenica 8 settembre 2013

COSE MIE...SERIE (!)

Continua il mio lavoro di recensione per Italian Post.

Trovate QUA la mia recensione di Tale of sand, scritto da Hensen-Juhl (creatori dei Muppets), disegnato da Ramon Perèz (che lasciatemelo dire lui SI che sa disegnare!) edito da Panini 9L (da notare: 9l = novelle = novel, che ha pubblicato di questi tempi un fumetto più bello dell'altro).



L'ultima volta che stavo parlando della suddetta opera le vendite non andavano bene e, sinceramente, a me non va per niente giù! Vi elenco i motivi per cui io ne sono stata stregata in toto. Magari vi interesserete un po' di più anche voi.

  1. E' paradossalmente assurdo
  2. E' paradossalmente concreto nella sua assurdità
  3. Non è mai banale
  4. E' disegnato da Dio
  5. Una volta letto ti sembra di rivivere
  6. Una volta letto lo devi rileggere
  7. Una volta riletto lo devi rileggere
  8. Una volta riletto lo devi sfogliare di nuovo
  9. I colori sono quelli giusti
  10. Il taglio delle vignette è dinamico come deve
  11. La bionda è proprio fica
  12. <<Un ultima cosa. Non fidarti della mappa!>>
  13. Ti entra dentro gradualmente, ma poi è lì che si sta mangiando l'intero tuo cuore
  14. Le lucertole e gli altri animali di Ramon sono una gioia
  15. I balloon pochi ma buoni (e in arabo!)
  16. C'è un set di un film in una sceneggiatura di un lungometraggio che poi è diventato un fumetto!
  17. E' magico senza aver un briciolo di magia dentro
  18. E' stato il mio unico colpo di fulmine
Per ciò date un'occhiata a Tale of sand. Stupitevi come ho fatto io. 

Amatelo!



TRA SOGNO E REALTA'

CORAZZA

Da’ quasi l’idea che abbia un guscio, una corazza bella spessa e così ben costruita e attraente da essere rilevata solo dagli occhi indiscreti. Lui nota quei brevi istanti in cui pare perdere la lucidità che la contraddistingue e intravede la sua fragilità, il suo non sentirsi in grado di gestire certe emozioni e situazioni. Sono pochi brevi momenti dove le appare per quella che è: una donna che ha bisogno di un uomo che creda in lei più di quanto lei creda in se stessa. Ma sono pensieri flebili i suoi, ha paura, conoscendola da poco, di averla decifrata male, di averla resa fragile solo perché in fondo gli fa comodo.

Poi la guarda negli occhi e lei, che da sempre evita il contatto visivo, si rispecchia nelle sue piccole iridi castane. E lei lo sa. Lo sa che per lui è più di una semplice ragazza stupidotta incontrata per caso alla stazione, è come lei, è il suo riflesso in uno specchio. E la sensazione è condivisa. O almeno crede…

E loro sanno. Sanno fin troppo bene di essere due identità intelligenti legate da una forte intesa, sanno di essersi toccate nel profondo.


Sanno di esistere davvero solo quando stanno insieme.

*E anche io so una cosa: i prossimi racconti saranno più ricreativi, più easy, più storielle. Per voi e per me.*

venerdì 6 settembre 2013

Racconti(di)MI


EROINA PER UN SECONDO

Quando Milano non ti concede di sentirti una risolutiva Wonder Woman ma solo una buona amica all’Harry Potter. E mica è poco!

Concentrata su di me, come sempre, dimentico il mondo che mi circonda. E poi all’improvviso una chiamata mi riporta alla realtà. Bea. Bea è rimasta bloccata in facoltà con Giovanni, li hanno chiusi dentro. Non ci posso credere: una giornata in un millisecondo si è trasformata in un’avventura e io sono l’eroina. Dieci minuti e solo dieci per raggiungere a piedi il carcere in cui sono rinchiusi. Ma che razza di trauma è essere bloccati in università! Devo salvarli sono l’unica che può farcela! Devo fare più veloce, devo essere rapidissima, devo… E invece no! Arrivo ad una velocità stratosferica che solo Dio sa come ho fatto. Ma loro sono stati liberati proprio qualche secondo prima dall’uomo delle pulizie, mannaggia a lui! E ci incontriamo lì all’atrio. Non resta che scambiarci un abbraccio di quelli veri perché loro sono la mia luce qua a Milano, la mia salvezza. Persone splendide, cristalline. Forse Matteo non era qui per me, ma loro sì, ne sono sicura. Li amo quei ragazzi! Siamo un trio come Harry, Ron ed Hermione e questo è un fatto. Quindi alla fine della giornata la mia disperata situazione sentimentale ha lasciato spazio alla perfezione di un’amicizia nata per caso, con una mia caduta. Ammetto che non sia difficile che io cada, ma per una volta è successo nel momento giusto.


*Dedicata ai miei dolci amici e compagni di facoltà che davvero ho conosciuto per caso dopo una mia caduta dallo sgabello in aula. Mai ho colto l’attimo giusto come in quel momento. E mai mi era capitato che, dopo una caduta, mi ci si rivolgesse tanto amorevolmente e  con tanta preoccupazione, quasi da farmi commuovere. Vi voglio bene cari!*

COSE MIE...SERIE(!)

Su Zerocalcare ..

se vi interessa cliccate QUI

E' l'incontro di giugno a Milano.

martedì 3 settembre 2013

IL FUMETTO, I FUMETTISTI...ED IO!

Il fumetto

Amo i fumetti. Sono l’unica cosa di cui, ora come ora, non posso fare a meno. Sono la mia vita più della mia vita vera. E ora sento di dover far di tutto per entrare in questo campo. Purtroppo l’ho capito alla veneranda età di venticinque anni e ora è il caso che mi faccia il culo per trovare uno spiraglio sul mercato, per passare dallo stato di sopravvivente allo stato di vivente e per essere felice in un ambiente che mi appartiene. Ma non è sempre stato così…
Non leggevo fumetti da piccola. Li odiavo. Dei Topolino e dei Cip e Ciop mi interessavano solo i giochi e le rubriche. E osservavo con stupore mio zio scorrere le pagine di Tex con quel sorriso soddisfatto - che è poi il mezzo sorrisetto di Tex - senza capire il perché.

Poi a quindici anni la folgorazione, i manga e gli anime prorompono nelle mia vita e da lì non c’è stata più storia. Avevo bisogno di conoscere tutto quello che avevo perso. Passo da un genere ad un altro e seguo gli autori più disparati mentre la mia vita va avanti. Tra alti è bassi e gente che viene e gente che va i fumetti rimangono. E sono ancora qua, nel mio cuore, che a volte mi sembra troppo piccolo per ospitarli, tanta è la loro importanza nella mia vita.

IL FUMETTO, I FUMETTISTI…ED IO

Premessa

E’ facile e breve questa introduzione. Non sarei la stessa Ilaria che conoscete ora senza il mio amore per i fumetti. Non sarei così riflessiva, né così paziente, né così folle. Le parti di me che apprezzate non ci sarebbero, fidatevi. Quindi perché non spiegarvi quando, come dove e perché è nata la mia passione? Perché non raccontarvi del mio rapporto di amore e odio per i cosplay? E perché non narrarvi alcune delle mie memorabili perle di timidezza e goffaggine coi fumettisti?

E presto detto che lo farò. I bei tempi andati non vanno mai dimenticati. Soprattutto se sono una serie di preziosi e inestimabili ricordi che ho vissuto con gioia e intensità. Spero che così coloro che un fumetto non lo hanno mai neanche aperto capiscano se non altro perché io me ne sia innamorata. 

domenica 1 settembre 2013

TRA SOGNO E REALTA'

AL PARCO

Angelo

Prima noto i suoi grandi occhioni verdi.  Limpidi e tersi, non nascondono nulla. Sono ancora immacolati ed esenti da ogni male. Mi è difficile mantenere il contatto visivo, tanto è intensa la sensazione di disagio che accuso. Mi sento sporco e nudo di fronte alla purezza spietata del suo sguardo. Poi noto il ditino che protende a lato della bocca purpurea, sintomo al contempo di insicurezza e di interesse. Mi guarda sorridendo e i miei occhi, rapiti, sono solo e tutti per lei, la dolcezza fatta a bimba. La sua facciotta tonda, liscia e morbida come un piumino, è incorniciata da boccolosi riccioli castani. Se fossero stati biondi l’avrei creduta un angelo!

Corsa in bicicletta (il potere del mezzo)

A indicare il suo futuro passaggio vi è l’eco del rumore del breccino che rapido schizza via dalla stradina. Sa di essere veloce, un duro, il migliore. E lo è davvero in quel che fa. Eccolo là con il suo sguardo fiero! Ha i capelli biondi, dritti sul davanti, piccoli occhi concentrati e un’espressione spavalda in volto. Si crede un Dio su quella sua biciclettina rossa! E’ un vero leader, pronto come non mai a correre e superare nuovi limiti, i suoi obiettivi di sempre. Il suo sguardo serio e determinato è sinonimo di quanto su questo non si scherzi. E’ come una battaglia per la vita o la morte. Deve per forza primeggiare, deve esagerare e deve farlo sempre. E con una certa classe, anche.

Dietro di lui piccoletto, magro e affaticato, il suo riccio compagno di avventure. Il suo fedele partner, ansante, tenta di stargli dietro, ma non riesce. Non ne ha la stazza, né le doti innate. E’ nato per essere solo un buon amico, non uno che eccelle nella corsa. Si deve arrendere all’evidenza; non procederà mai al suo fianco, né mai lo supererà, tanto è grande lo svantaggio di partenza. Essere una spalla è limitante, non puoi eguagliare un vero bullo.
Schizzano via lontano da me e, veloci, pedalano energici verso una nuova sfida.


*Niente di più che osservazioni mattutine al parco. Se ne incontrano di tipini interessanti!*