Il fumetto
Amo i fumetti. Sono l’unica cosa di cui, ora come ora, non
posso fare a meno. Sono la mia vita più della mia vita vera. E ora sento di
dover far di tutto per entrare in questo campo. Purtroppo l’ho capito alla
veneranda età di venticinque anni e ora è il caso che mi faccia il culo per
trovare uno spiraglio sul mercato, per passare dallo stato di sopravvivente
allo stato di vivente e per essere felice in un ambiente che mi appartiene. Ma
non è sempre stato così…
Non leggevo fumetti da piccola. Li odiavo. Dei Topolino e dei Cip e Ciop mi interessavano solo i giochi e le rubriche. E
osservavo con stupore mio zio scorrere le pagine di Tex con quel sorriso soddisfatto - che è poi il mezzo sorrisetto di
Tex - senza capire il perché.
Poi a quindici anni la folgorazione, i manga e gli anime
prorompono nelle mia vita e da lì non c’è stata più storia. Avevo bisogno di
conoscere tutto quello che avevo perso. Passo da un genere ad un altro e seguo
gli autori più disparati mentre la mia vita va avanti. Tra alti è bassi e gente
che viene e gente che va i fumetti rimangono. E sono ancora qua, nel mio cuore,
che a volte mi sembra troppo piccolo per ospitarli, tanta è la loro importanza
nella mia vita.
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