martedì 9 settembre 2014

Milano ha il mio nome dentro

Oggi vige la noia in casa Mencarelli. Come spesso accade quando sono nel limbo della nullafacenza, cerco di dare il meglio e di modificare le cose mettendomi in movimento. Non importa che cosa faccia, ma che faccia qualcosa: sia che scriva, sia che me ne vada alla ricerca di Milano, sia che vada a fare footing (ogni tanto capita anche a me) o che mi cerchi un luogo protetto dove leggere un libro. Devo far muovere almeno uno dei due tra muscoli e cervello. 

Oggi volevo muovere i primi, ma l'acquazzone mi ha sorpreso troppo presto e non mi ha permesso di fuggire di casa per un po'. Allora non c'è stata altra scelta che far muovere il cervello. Mentre sceglievo cosa fare tra finire l'articolo definitivo sulla mia passione per i fumetti, raccontarvi com'è stata ieri la maratona dei corti d'animazione al Castello Sforzesco, leggere dei libri che mi servono come documentazione per due pezzi che mi stanno a cuore, mi sono fermata ad annusare l'aria fresca dalla finestra pensando a Milano.

"MI-LA-NO, MI-LA-NO, M-ILA-NO"

Ecco.

m ILA no.

Non ci avevo mai pensato, ma il mio soprannome è dentro Milano.

Quando mi ritrovo davanti alle coincidenze della vita, in ogni loro aspetto e di ogni dimensione, di solito mi sento come se la vita mi stesse dicendo qualcosa, come se volesse mostrarmi ciò che di bello può ancora offrirmi.

Chi mi conosce almeno un po' sa che dico sempre di voler morire giovane. Non più di sessant'anni devo campare! Tanto che vuoi che sia la vita, paragonata al nulla, al non sentire nulla ed essere in pace nel non sentirsi niente. Ecco, quando la vita assume quel significato lì, di tremendo peso, scopro una piccola coincidenza che, in un modo o nell'altro, mi fa tirare un sospiro di sollievo, la sensazione di seguire la strada giusta. 

Ora diciamo che avere il mio nome dentro Milano mi fa credere per l'ennesima volta che scegliere questa maledettissima città fosse necessario. Dopo un lungo e lento periodo per adattarmi a tutto ciò che era diverso (nel meglio o nel peggio) dalla mia vita urbinate in collegio (con amici splendidi che, scusate, devo nominare: Ale, Peppe, Simo, Mirko, Je, Jacopo, Sara, Matthew, Carmelo, Jack e Roby) la mia vita e la mia mILAnesità hanno iniziato ad esplodere. 

Amare Milano senza esser di Milano per me è abbastanza facile. Ho la possibilità di stare in Italia nella città meglio organizzata del paese e, tra eventi, festival e presentazioni, ho tutto quello che mi serve per vivere felice (per tutto il resto c'è l'alcool). Che altro voglio? Qualche coincidenza di tanto in tanto che mi faccia sentire così anche nelle giornate NO, dove neanche stare a Milano aiuta e vorresti solo avere un amico al fianco per poter superare la cosa.

Ecco.

mILAno. Ci vivo. Ci sto dentro. La adoro.
La voglio tutta per me. Voglio darla agli altri.
Tutto ciò che c'è di bello e tutto ciò che c'è di peggio.
Mi appartiene. 
E io, Milano, sono tua.

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